Presso l’associazione IMPARA DIGITALE a Bergamo, abbiamo avuto l’opportunità di partecipare al workshop Lego Serious Play tenuto da Daniele Radici. E’ stata un’esperienza stimolante che ha messo insieme persone di diversa età e con diversi percorsi lavorativi, e che ci ha regalato quattro ore di gioco creativo e produttivo. Tutto è nato da un post di Daniele pubblicato sul suo facebook: una domanda, tanta curiosità, tante risposte, la voglia di ritrovarsi per parlarne.
Cosa è successo in quattro ore di workshop? Parliamo di un metodo messo a punto a metà anni novanta dalla stessa LEGO con lo scopo di lavorare sul recupero dell’azienda. Dal 1995, con l’avvento dei videogiochi, la LEGO conosce una forte crisi che impone una revisione dell’organizzativo interno e delle strategie consolidate. Nel 1998, in questo clima di cambiamenti e nuove aperture, la LEGO avvia il suo sodalizio con il duo Johan Roos e Bart Victor, docenti presso la Business School di Losanna, che stavano già da un pò utilizzando i mattoncini LEGO nelle loro lezioni.
Ecco come nasce Lego Serious Play, prima impiegato con il team LEGO e poi portato esternamente. Nel 1999 Robert Rasmussen, proveniente dall’area ricerca e sviluppo per l’attività di formazione della LEGO, vede affidarsi il compito di convertire l’approccio in un metodo formativo e di apprendimento per adulti. Nel 2001 inizia il processo di promozione e vendita, nel 2003 è ufficiale la denominazione Lego Serious Play, nel 2009 si passa ad un formato “open source”: da venti anni la ricerca continua, e da semplice metodologia formativa per l’organizzazione interna è diventata un metodo riconosciuto in tutto il mondo di valorizzazione del capitale umano.
Di una metodologia che scioglie e accelera i processi irrazionali, comunicativi, decisionali e di problem solving. Perfetto per gruppi di lavoro oppure organizzazioni! Le quattro fasi che compongono il processo identificativo del metodo Lego Serious Play sono correlate, e si tratta di:
Questo processo viene applicato alle “sette tecniche” che fanno da linea guida nella conduzione di un workshop LSP, quali:
Il metodo appare come altamente democratico, in quanto ritiene indispensabile il contributo di ognuno. La conoscenza individuale, il bagaglio personale, vanno a comporre la conoscenza organizzativa e si risponde anche alla volontà comune di partecipare soggettivamente alla creazione di un progetto. Il gioco meglio di altri mezzi soddisfa questa esigenza di contributo ed influenza, e tiene alto il coinvolgimento del team. Non a caso la maestra elementare Alycia Zimmerman ha pensato ad un nuovo sistema per insegnare la matematica ai piccoli: utilizzare i LEGO, realizzati con unità di misura di facile numerazione.¹
E’ necessario rivedere la nostra eccessiva considerazione verso l’interazione di tipo verbale, la quale segna troppo marcatamente il territorio tra attivi e passivi. Non ci sono opinioni irrilevanti o persone che non hanno nulla da dire, ma ci sono metodi e approcci sbagliati che non valorizzano o non sanno far emergere quei contributi che invece potrebbero portare a delle svolte. Pensiamo invece che il metodo LSP attiva il 100% d’attenzione dei partecipanti. Ovvio che, manager e dirigenti per primi, devono tutti aprirsi al confronto e sciogliere le inibizioni di qualsiasi tipo.
E’ il facilitatore, ossia il coordinatore del workshop, che agevola l’applicazione del metodo e lo tiene monitorato. Non sostituisce il partecipante nella sua personale ricerca della soluzione, ma lo aiuta a riconoscere le proprie capacità e a seguire la strada di ricerca precedentemente tracciata.
Giocare è una cosa seria, motivo per cui non basta amare i LEGO per essere dei facilitatori o degli studiosi del metodo. LSP, nato da un momento di difficoltà per l’azienda LEGO, si è affermato come metodo che i problemi aiuta a risolverli, non senza l’impiego di tutte le forze e le persone che compongono un organizzativo. E’ sempre da una ricerca seria, da una seria partecipazione e da un serio impegno di tutti che si parte per rendere facile ciò che sembra difficile: rafforzare un team e i rapporti umani al suo interno.
1- Maestra usa i LEGO per insegnare in modo divertente la matematica